Numerose sono le feste in Costa Rica, soprattutto quelle religiose che seguono il calendario cristiano. Ogni località possiede il proprio santo patrono che viene festeggiato una volta all’anno con fuochi d’artifici, allegre sfilate colorate, balli e musica. Il 15 settembre viene commemorato il giorno dell’Indipendenza dagli spagnoli, avvenuta nel 1821. Oltre alle fiere agricole che hanno luogo nel corso dell’anno in diverse parti del paese, ci sono anche numerosi festival come ad esempio quello della musica che si svolge ad agosto a livello nazionale, durante il quale molti concerti vengono organizzati. Ad ottobre, si svolge il carnevale di Puerto Limón che costituirà un’ottima occasione di fare la conoscenza con le tradizioni folkloriche locali.
Stato dell'America Centrale situato tra il Nicaragua a nord e la repubblica di Panama a SE; bagnato a 0 e a SO dal Pacifico, a NE dal mare Caraibico. 51.100.
OROGRAFIA. Il Costa Rica comprende varie zone assai diverse tra loro. A nord, lungo il mar delle Antille e il fiume San Juan, che segna in parte il confine con il Nicaragua, si trovano basse pianure coperte da fitte foreste e dominate da una catena vulcanica orientata da NO a SE, che raggiunge i 3.432 m nel vulcano Irazú (Cordigliera di Guanacaste e Cordigliera centrale).
Le terre alte dell'altopiano centrale (Valle Central o Meseta Central), dal clima molto uniforme e dal terreno fertile, costituiscono una ricca zona agricola, in cui domina la coltura del caffè. A sud, la Cordigliera di Talamanca è priva di vulcani, ma raggiunge altitudini superiori a quelle della catena settentrionale (3.837 m nel Chiripó Grande; 3.565 nel Pico Bianco o Kamuk).
Il versante del Pacifico è costituito da un insieme piuttosto complesso di pianure e di rilievi. Il versante atlantico ha clima tropicale con abbondanti piogge tutto l'anno, mentre sul versante pacifico vi è una stagione secca che si protrae per 4-5 mesi.
La costa del Pacifico è più lunga di quella Caraibica, raggiunge circa 1100 chilometri, mentre quella dei Caraibi, molto retta e molto liscia, misura solo 225 chilometri. Entrambe sono molto importanti per il paese, in esse si sfrutta la pesca, la produzione di sale e molte delle bellezze naturali che c'offre il paesaggio. Quattro porti sono i maggiori sulla costa pacifica: Caldaia, Puntarenas, Quepos e Golfo. Sulla costa Caraibica il porto di Limone è quello di maggiore importanza insieme a quello di Moí.
I fiumi sono abbondanti nel paese, ma pochi sono navigabili ed in una parte per piccole imbarcazioni soltanto. Quelli dei Caraibi mantengono una corrente quasi uguale durante tutto l'anno, non così quelli del pacifico che riducono la sua quantità di acqua durante la stazione secca.
IL CLIMA. Il Costa Rica è un paese tropicale, situato fra due oceani e con una geografia complessa che favorisce varie condizioni climatiche che danno origine a tipi di vita che coprono lo spettro dal tipico bosco tropicale secco al più brullo altipiano. In generale le temperature oscillano dai 14 ai 22 gradi centigradi.
Sebbene nel paese non ci siano diversità stagionali definite ed il clima di ogni singola regione si mantenga stabile o con non notevoli differenze nel trascorso dell'anno, si riscontrano leggeri cambiamenti a seconda del periodo estivo (stagione secca) o invernale (stagione piovosa). La stagione considerata estiva va da dicembre ad aprile e quella invernale da maggio a novembre.
Costa Rica. Il plurale è colones mentre il codice ISO 4217 è CRC. Il suo simbolo è ₡. Il colón è diviso in 100 céntimos.
Le monete in circolazione sono da 10, 25 e 50 céntimos (raramente usate a causa dell'inflazione), e 1, 2, 5, 10, 20, 25, 50, e 100 colones. La moneta da 20 colones è oramai introvabile.
Nel 1997, il governo ha emesso delle nuove monete dal valore di 5, 10, 25, 50 e 100 colón che hanno rimpiazzato le vecchie. Le banconote in circolazione sono da 50, 100, 500, 1,000, 2,000, 5,000 e 10,000 colones.
Tejas è un termine che nel linguaggio comune serve ad indicare la banconota da 100 colón, mentre le banconote da 1.000 e 5.000 colón sono chiamate rispettivamente rojo e tucán
Costa Rica ha una popolazione di circa 4.000.000 di abitanti di lingua spagnola. Ciò nonostante, altre lingue come l'inglese, il francese, il tedesco e l'italiano, sono d'uso frequente ed il visitatore straniero potrà farsi capire, con facilità in qualsiasi di queste lingue.
La popolazione è distribuita nelle sette regioni che costituiscono il suo paese: San José, Alajuela, Heredia, Cartago, Guanacaste, Puntarenas e Limon. La capitale si trova nella regione di San José che è anche quella maggiormente popolata.
Capitale: SAN JOSE'
Popolazione: 4.160.000 abitanti (stima)
Superficie: 51.100 Km2
Fuso orario: -7h rispetto all'Italia; -8h quando in Italia vige l'ora legale
Lingue: la lingua ufficiale è lo spagnolo, l’inglese è diffuso.
Religione: in prevalenza Cattolica.
Moneta: Colón della Costa Rica (CRC)
Prefisso dall'Italia: 00506
Prefisso per l'Italia: 0039
La storia precolombiana della Costa Rica è avvolta nel mistero: i monumenti archeologici sono scarsi e non sono state rinvenute prove di una lingua scritta. La popolazione indigena non era abbastanza consistente nÉ era sufficientemente organizzata per poter resistere agli spagnoli e il numero di abitanti autoctoni diminuì rapidamente a causa della loro sensibilità alle nuove malattie arrivate dall'Europa; di conseguenza, in Costa Rica l'influenza spagnola è ancora più forte che negli altri paesi del Centro America. I pochi esempi di cultura indigena rimasti sono la splendida collezione di oggetti di giada esposta al Museo de Jade di San JosÉ e il sito archeologico di Guayabo, dove stanno lentamente venendo alla luce vie, acquedotti e strade rialzate. Queste testimonianze del passato indicano che la cultura esistente prima dell'invasione spagnola aveva molti più elementi in comune con la civiltà inca peruviana e con quella maya messicana di quanto si pensasse in precedenza.
La Costa Rica venne così battezzata dallo stesso Cristoforo Colombo, che nel 1502 si fermò in questa terra per 17 giorni e rimase colpito dai monili in oro esibiti dai cordiali abitanti locali. La colonizzazione inizialmente non diede alcun frutto: solo al volgere della seconda metà del XVI secolo i coloni spagnoli diventarono immuni alle malattie tropicali e iniziarono ad avanzare nel groviglio della giungla. Gli spagnoli fondarono la loro prima colonia, Cartago, sulle fertili e salubri alture centrali rinunciando alla loro consuetudine di insediarsi nelle zone costiere, che qui erano più soggette alle malattie. Un'altra differenza rispetto alle normali procedure della colonizzazione era dovuta alla scarsità degli indios, che non rese possibile lo sfruttamento della popolazione indigena come forza lavoro, nÉ la creazione di una cultura mestizo tramite i matrimoni misti.
La Costa Rica non diede agli spagnoli i grossi quantitativi d'oro che essi avevano sperato di trovarvi, così per molti anni il paese venne dimenticato. Nel XVIII secolo sorsero insediamenti quali Heredia, San JosÉ e Alajuela. Cartago fu in gran parte distrutta dall'eruzione del Volcán Irazú del 1723, ma i sopravvissuti si rimboccarono le maniche e la ricostruirono. L'introduzione del caffè nel 1808 diede il via a una fase di sviluppo e il paese venne ulteriormente rinvigorito dall'indipendenza proclamata nel 1821. La coltivazione del caffè portò con sÉ ricchezze, differenziazione sociale e una mentalità più lungimirante. Nel 1856 gli eventi assunsero una piega bizzarra, che finì con l'incoraggiare l'unità della popolazione. Durante il mandato di Juan Rafael Mora, un coltivatore di caffè che fu presidente in un periodo determinante per la crescita economica e culturale del paese, la Costa Rica venne occupata da William Walker, un militare e avventuriero statunitense, e dal suo esercito di schiavi nicaraguensi; Mora organizzò un esercito di 9000 civili che, nonostante la palese inferiorità, costrinse Walker e i suoi soldati a fuggire.
I seguenti anni del XIX secolo furono caratterizzati dalle lotte di potere all'interno dell'Élite dei coltivatori di caffè e dall'istituzione delle prime elezioni democratiche. Da allora la democrazia è sempre stata un carattere distintivo della Costa Rica e ci sono stati solo pochi intermezzi di governo dispotico. Negli anni '40 del XX secolo, tuttavia, il paese conobbe la piaga della guerra civile quando l'ex presidente Calderón (che con le sue politiche cristiano-socialiste a sostegno dei lavoratori si era alienato le simpatie dei ricchi e dei conservatori) e il suo successore Picado si unirono contro Ulate, vincitore delle elezioni (la cui vittoria non era stata riconosciuta dal governo di Picado), e JosÉ (Don Pepe) Figueres. Dopo diverse settimane di scontri Figueres ebbe la meglio, formò un governo ad interim e passò a Ulate la carica di presidente. Il Partito di Liberazione Nazionale formato da Figueres nel 1949 ha dominato il panorama politico per cinquant'anni.
La costituzione del 1949 concesse il diritto di voto alle donne e ai neri e decise lo smantellamento delle forze armate, provocando notevoli controversie e procurando alla Costa Rica l'appellativo di 'unico paese senza esercito'. Nel 1987 il presidente Oscar Arias ricevette il premio Nobel per la pace per il suo tentativo di diffondere l'esempio pacifico della Costa Rica al resto dell'America centrale. Il principale oppositore del Partito di Liberazione Nazionale è la formazione dei cristiano-socialisti, che ha il sostegno dei lavoratori e delle classi povere. Entrambi i partiti hanno una struttura oligarchica e sono in mano a un ristretto gruppo famigliare. Nel febbraio del 1998 Miguel Angel Rodriguez del Partito dell'Unità Cristiano-Socialista ha ottenuto la presidenza con poco più del 50% dei voti. Il nuovo presidente è un economista e uomo d'affari conservatore che nella sua campagna elettorale ha assegnato una posizione prioritaria all'economia. I costaricani hanno accusato il presidente uscente, del Partito di Liberazione Nazionale, di aver rovinato l'economia del paese e di aver provocato la recessione. A Rodriguez spetta il compito di privatizzare le aziende statali e cercare investimenti stranieri per creare posti di lavoro.
In questi ultimi anni nel paese si sono verificati disastri naturali responsabili di inondazioni, danni alle strade e distruzione di abitazioni. Nel luglio 1996 l'uragano CÉsar ha seminato morte e rovina, isolando la parte meridionale del paese. L'autostrada Interamericana è stata chiusa per quasi due mesi e i danni sono ammontati a circa 100 milioni di dollari. Il famigerato uragano Mitch del novembre 1998 ha causato ingenti danni soprattutto ad altri paesi, specialmente all'Honduras, al Nicaragua e a El Salvador.
Nel 2000 Costa Rica e Nicaragua hanno risolto la disputa (ormai storica) della navigazione sul fiume San Juan, che segna il confine tra i due Stati.
Le elezioni presidenziali dell'aprile 2002 sono state vinte da Abel Pacheco de la Espriella, del Social Christian Unity Party.
Forte della sua popolarità, il presidente ha promesso che nei quattro anni del mandato avrebbe eliminato il debito pubblico; ha lanciato una nuova piattaforma ambientale allo scopo di evitare nuove trivellazioni petrolifere e ha sospeso la realizzazione di miniere a cielo aperto. Ha proposto di introdurre garanzie ambientali nella Costituzione affinchÉ a ogni cittadino sia garantito di vivere in un ambiente sano.
Fin dai primi mesi del 2005, tuttavia, è emersa l'incapacità del governo a fronteggiare la corruzione interna e le forze che stanno minando la stabilità del paese. Nonostante il sostegno del presidente Pacheco alla liberalizzazione commerciale, anche l'economia stenta a decollare. Lo scandalo finanziario che lo ha investito, inoltre, solleva forti dubbi sulla possibilità che Pacheco concluda il suo mandato, la cui fine è prevista per gli ultimi mesi del 2006.