Data la morfologia del territorio e l'ampio spazio latitudinale occupato, la Bolivia possiede una delle maggiori diversità climatiche della Terra, ciò che permette un'ampissimo spettro di specie coltivabili, sia tipiche di climi continentali e temperati, come la patata o l'avena, di climi mediterranei, come la vite e l'olivo, e climi tropicali, come il cacao e il banano.Nell’altipiano andino propriamente detto le precipitazioni non superano i 500 mm annui nella fascia umida del settore nord e la temperatura media annua è inferiore ai 10ºC. Il settore meridionale è più secco e tendente alla formazione desertica.Le terre tropicali dell'oriente boliviano hanno due climi principali. A nord del parallelo 18ºS, il clima è propriamente amazzonico, con breve stagione secca e temperatura variabili tra i 22 e 26ºC di media e precipitazioni tra i 1.000 e 3.000 mm/anno. Il settore a sud del parallelo 18ºS ha un clima più mite e secco, con temperature medie tra i 20 e 22ºC e precipitazioni tra i 500 e 1.000 mm/anno. In questo settore si hanno le maggiori escursioni termiche del tropico boliviano, con massime superiori ai 35ºC e minime anche inferiori allo 0ºC. Il settore più piovoso, e tra quelli con le maggiori precipitazioni del bacino amazzonico, è la fascia preandina, 180-700m slm, tra i dipartimenti di Santa Cruz, Cochabamba, Beni e La Paz. Le precipitazione vanno da 2.500 a 5.000 mm anno, ma in alcuni settori superano i 6.000mm annui.
Le feste religiose seguono il tradizionale calendario cristiano: Pasqua, il Lunedì di Pasqua e il Venerdì Santo le cui date variano di anno in anno; Natale, il 25 dicembre; Santo Stefano, il 26 dicembre.Tra le festività laiche annoveriamo la Festa dei Lavoratori, il 1° maggio; la Festa dell’Indipendenza, il 6 agosto.
Compresa tra il tropico del Capricorno e il 10° parallelo S.
Morfologia
Si distinguono due grandi aree geografiche:
Due terzi del territorio boliviano sono bassipiani tropicali, tributari del Rio delle Amazzoni e del Rio de la Plata. Questa enorme estensione di più di 700.000 km², è coperto da foreste tropicali pluviali, umide, monsoniche e secche.
Inoltre, la Bolivia possiede la foresta tropicale secca più estesa al mondo nella regione del Chaco.
Circa 250.000 km² sono savane alluvionali, pantani e savane secche. Esistono inoltre grandi laghi amazzonici, i più estesi della regione.La zona andina del Paese è situata nella parte occidentale. È caratterizzata da un plateau delimitato da due catene montuose: la Cordillera Occidental prossima a quella Oriental.
Sono numerose le cime superiori ai 6.000 metri, le più alte sono il Sajama (m. 6.542), l'Illampu (m. 6.421) e l'Illimani (m. 6.402).
Idrografia
Con l'eccezione del bacino endoreico costituito dal Desaguadero che collega il lago Titicaca al Lago Poopó, la gran parte del territorio è tributario del sistema idrografico del rio delle Amazzoni e, in misura minore, del rio della Plata. Il bacino idrografico più importante è quello del fiume Mamoré, che copre, con l'Iténez che segna il confine con il Brasile, circa 600 000 km². Riunendosi al nord della Bolivia con il Beni, forma il principale ramo d’origine del Madeira, che costituisce uno dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni (10% della portata complessiva). Tutto il corso del Mamoré è navigabile, assieme a parte dell'Iténez, Beni, Madre de Dios e Ichilo. Nell’area meridionale il corso d’acqua più importante è il Pilcomayo il quale tributa, dopo un lungo corso, nel fiume Paraguay e quindi nel Rio della Plata.
La popolazione di circa 7.19 milioni di persone è per il 79% indigena, 25% meticci e 5% europei. La composizione razziale varia da luogo a luogo. Indigena intorno al Lago Titicaca, più della metà a La Paz; tre quarti meticci o europei alle città di Yungas, Cochabamba, Santa Cruz e Tarija, quest'ultima la più europea di tutte. Fin dagli anni ottanta tensioni regionali tra i "collas" (abitanti dell'altipiano) ed i "cambas" (abitanti delle terre basse) è divenuto più marcato. Solo il 40% dei bambini di età scolare frequentano la scuola sebbene in teoria è obbligatoria tra i 7 ed i 14 anni.
Circa due terzi della popolazione vive in capanne di terracotta e i servizi medici sono appena abbozzati fuori dalle città e campi minieri. Epidemie sono comparativamente rare sull'Altiplano, ma malaria e febbre gialla sono ancora problemi nell'Oriente e Santa Cruz ed epatite e la malattia di chagas è endemica nelle parti calde del paese.
Gli indigena sono composti principalmente da due gruppi: quelli del altipiano nord che parla l'aymará gutturale e quegli altrove che parlano il quechua, la lingua Inca. Fuori dalle grandi città molti di loro non parlano lo spagnolo, ma la sua conoscenza sta aumentando.
Le donne indigena trattengono il loro costume tradizionale con brillanti sottovesti e, nell'altipiano, apparentemente dalla nascita un cappellino bruno o grigio. Nei giorni di festa gli indigeni bevono di maniera considerevole, portano le maschere più sensazionali e ballano fino sfinire.
Le differenze di collocazione geografica si riflettono duramente nelle condizioni di vita, di cultura e di assistenza sanitaria, che vedono fortemente sfavoriti gli abitanti delle zone rurali, rispetto ai cittadini, e gli indigeni amazzonici rispetto a tutti gli altri. Soltanto dopo il 1952 in Bolivia si presero misure più efficienti per la protezione della popolazione amerindia e dei suoi valori propri, per elevare le condizioni sociosanitarie delle genti indigene, fronteggiare la denutrizione che colpisce metà della popolazione giovanile, combattere l'uso diffuso della coca presa come palliativo alla fame. Un fenomeno boliviano unico nei Paesi andini è l'alta percentuale del lavoro femminile (oltre 60%) che riguarda prestazioni di ogni tipo, comprese quelle pesanti nei lavori stradali ed edilizi.
Nell'America andina, la Bolivia è il Paese col tasso di urbanizzazione meno elevato, anche se gran parte della sua rete urbana ha origini antiche. Il cronico disordine politico del Paese, la varietà di ambienti naturali difficilmente accessibili nonché la povertà delle risorse urbane hanno fatto di freno per lungo tempo alla mobilità della popolazione interna favorendo la permanenza nei villaggi rurali.
Capitale costituzionale: Sucre
Sede del Governo: La Paz
Popolazione: 8.800.000
Superficie: 1.098.580 Km²
Fuso orario: -5h rispetto all’Italia; -6h quando in Italia vige l'ora legale
Lingue: le lingue ufficiali sono lo spagnolo, l’aymará, il quechua. Si parla anche il Guaraní.
Religioni: cattolici 95%, minoranze protestanti e animiste.
Moneta: Boliviano (BOB)
Prefisso dall'Italia: 00591, seguito dal prefisso della città (per La Paz 2, Santa Cruz 3)
Si ritiene che le prime tracce di civilizzazione delle Ande boliviane risalgano a circa 21.000 anni fa. Le culture precolombiane più importanti furono quelle dei Tiahuanaco, sulle sponde del Lago Titicaca, che dominarono la regione tra il 600 e il 1200 d.C., e degli Incas, che furono a capo di un grande impero che comprendeva buona parte degli attuali Perú, Bolivia, Ecuador e Cile settentrionale.
La conquista spagnola del paese iniziò nel 1531 con Francisco Pizarro. I conquistadores avanzarono rapidamente sfruttando la fiducia (e più tardi la mancanza di unità) degli indios per impadronirsi, nel giro di due anni, del territorio che venne identificato col nome di Alto Perú.Nel 1544 furono scoperti depositi di argento a Potosí, che divennero il sostegno dell'economia spagnola (e della stravaganza dei suoi monarchi) per più di due secoli. Le condizioni dei minatori erano spaventose e la maggior parte degli schiavi indios e africani moriva nel giro di pochi anni.
Si ottenne l'indipendenza dalla dissoluta amministrazione spagnola con la battaglia di Ayacucho, nel 1824, dove eccelse Antonio Josè Sucre, il tenente di Simòn Bolivar. L'anno seguente la Bolivia venne formalmente dichiarata una repubblica.Il territorio della Bolivia, che comprendeva oltre 2 milioni di kmq è sempre stato oggetto delle brame delle popolazioni confinanti. Il desiderio del Cile di ingrandirsi causò la guerra del Pacifico, combattuta contro la Bolivia tra il 1879 e il 1884. Il Cile ebbe la meglio e si impossessò di 850 km di costa, incluso il Porto di Antofagasta, lasciando la Bolivia senza uno sbocco sul mare. Poco dopo, Perú, Brasile e Argentina cominciarono a premere sulle frontiere della Bolivia. Nel 1932 una disputa di confine con il Paraguay per il possesso dei depositi di petrolio nella regione del Chaco si concluse con la perdita per la Bolivia di altro territorio. La guerra del Chaco (1932-1935) causò disordini tra la popolazione all'interno del paese, e favorì la creazione di associazioni riformiste, portando a una serie di colpi di stato da parte di militari solo in apparenza riformisti.
Forse la svolta più significativa fu l'emergere del Movimiento Nacionalista Revolucionario (MNR).
Nel 1951 l'MNR, guidato da Víctor Paz Estenssoro, vinse le elezioni, ma fu ostacolato da un improvviso colpo di stato militare, che causò una rivolta armata popolare conosciuta come rivoluzione di aprile del 1952. I militari furono sconfitti e Paz Estenssoro andò per la prima volta al governo.
Nel 1964 una giunta militare con a capo il generale René Barrientos Ortuño rovesciò l'MNR. Seguì una lunga serie di regimi militari fino all'elezione del Movimiento de la Izquierda Revolucionaria (MIR), partito di sinistra guidato da Hernán Siles Zuazo, nel 1982. Tre anni dopo Zuazo fu sconfitto dall'MNR di Paz Estenssoro, il quale cercò di frenare l'inflazione, che aveva raggiunto livelli stratosferici (fino al 35.000% annuo), e applicò misure assai rigide.
L'attuale presidente della Bolivia è Gonzalo Sánchez de Lozada Sánchez Bustamante, in carica dal 6 agosto 2002.
Oggi la Bolivia è seconda al mondo, dopo la Colombia, nell'esportazione di cocaina, il che ha incrinato i rapporti con gli USA, la principale fonte di aiuti per il paese. Questo rapporto teso ha aggravato una dura recessione che è culminata nel 1999 con un dato del 20% di disoccupazione. Attualmente la Bolivia si sta impegnando a consolidare i suoi rapporti con gli altri paesi del Sud America e a sostenere un mercato comune. Nonostante l'inflazione sia stata ridotta al 2% annuo, il ricordo dell'enorme inflazione del passato ancora scoraggia gli investitori stranieri. Il più grande problema nella struttura della Bolivia è il baratro che separa il mondo degli affari e la vita della maggior parte della popolazione, che sopravvive lavorando la terra.
Un'ondata di manifestazioni, incendi e saccheggi, aggravata da scontri armati tra agenti di polizia in sciopero e soldati intervenuti anche con franchi tiratori delle forze speciali, dallo sciopero di gran parte dei pompieri (il bilancio è di 32 morti e 200 feriti), è esplosa il 13 febbraio 2003, quando il governo
ha proposto di imporre una tassa del 12,5% sugli stipendi, già di fatto bassissimi, in conformità alle richieste del Fondo Mondiale Internazionale.
L'opposizione, guidata da Evo Morales, dirigente dei produttori di coca (già insorti a gennaio contro il progetto di sostituire la coca con altre coltivazioni), ha chiesto le dimissioni del presidente, tenuto contemporaneamente sotto pressione dai suoi stessi compagni di partito reclamanti un profondo rimpasto di governo.
l governo ha fatto marcia indietro e ha annullato il provvedimento. La situazione sembrava essere tornata sostanzialmente normale dopo che il presidente aveva acconsentito al consistente rimpasto del governo, con soppressione di alcuni ministeri e tagli alla spesa statale. Ma un comunicato congiunto di un rappresentante della polizia e di uno dell'esercito (sottoposti immediatamente ad azione disciplinare), emesso il 26 marzo e fatto proprio anche dall'opposizione, ha reso evidente il malessere delle forze armate e della popolazione che chiedono una distribuzione equa di terre ai contadini, la soluzione al problema della coca, l'aumento del salario minimo a 2.000 bolivianos (attualmente è fermo a 430), un'indagine sulle fortune di politici e imprenditori, l'industrializzazione del gas prima della sua esportazione e la difesa delle risorse naturali del paese. Violenti scontri sono scoppiati il 13 ottobre tra manifestanti e forze dell'ordine, lasciando a terra 23 morti e un centinaio di feriti. Durante le due settimane di sciopero le strade di La Paz sono state ostruite da pietre, tronchi e spazzatura, impedendo la circolazione delle auto e l'esaurimento delle scorte di benzina.L'aeroporto di El Alto è stato chiuso.
Sono mancati i generi alimentari di prima necessità come pane, carne, frutta e verdura.
Nella notte del 18 ottobre il presidente Gonzalo Sanchez de Lozada si è dimesso ed è fuggito a Miami, ed è stato subito sostituito dal vice Carlos Mesa, che ha promesso un referendum sulla questione dell'esportazione del gas, causa principale dei disordini scoppiati nell'autunno.
Il 18 luglio 2004 mediante un referendum i boliviani saranno chiamati a decidere se lasciare che siano le multinazionali del petrolio a gestire il gas naturale boliviano mentre lo stato andino controlla le quote dell'estrazione e dell'esportazione; oppure se nazionalizzare il gas naturale per venderlo alle multinazionali, così come fanno il Texas e l'Arabia Saudita.