Si distinguono tre aree climatiche:
Le festività religiose seguono il tradizionale calendario cristiano: l’Assunzione, 15 agosto; Tutti i Santi, 1° novembre; l’Immacolata Concezione, 8 dicembre; Natale, 25 dicembre; Santo Stefano, 26 dicembre.Tra le festività pubbliche annoveriamo la Festa del Lavoro, il 1° maggio; la Festa Nazionale, il 30 maggio; l’Insurrezione antifascista, il 22 giugno; la Festa del Patriota, il 5 agosto.
La Croazia è una stato dell'Europa sud-orientale, la capitale è Zagabria. Da un punto di vista geografico, essa ingloba quattro regioni ben distinte: buona parte dell'Istria (appartenente alla regione italiana), buona parte della Dalmazia, la Croazia propriamente detta e la Slavonia.
La popolazione della Croazia è composta da una maggioranza di croati (90%) e da minoranze di serbi (4,5%), bosniaci, ungheresi. Gli italiani oggi ammontano a circa 35.000 residenti (in Istria e Dalmazia) ed è quel che rimane dei 250.000 italiani presenti prima della seconda guerra mondiale.I croati (Hrvati) sono un popolo slavo (forse di origine iraniana) che, dopo aver popolato l'area dell'attuale Ucraina, sono giunti qui nel VII secolo d.C.. Comunità croate autoctone vivono anche in Bosnia ed Erzegovina, Austria, Ungheria, Slovenia, Serbia (Vojvodina), Montenegro (Bocche di Cattaro) e in Italia (i croati del Molise). La popolazione serba, insediatasi nell'area nel XVI secolo, in passato era composta perlopiù da funzionari dell'Impero austroungarico e costituiva una sorta di casta militare scarsamente integrata con il resto della popolazione. All'inizio delle guerre etniche degli anni '90 del '900 era concentrata nelle zone della Krajina e della Slavonia; dopo la riconquista della Krajina, circa 400.000 serbi furono espulsi (Operazione Tempesta) riducendo la componente serba della popolazione croata alla percentuale del censimento 2001. Nel tempo, una parte della popolazione serba è rientrata.
Capitale: ZAGABRIA
Popolazione: 4.460.000
Superficie: 56.594 km2
Fuso orario: stessa ora italiana (si applica anche in Croazia l’ora legale).
Lingue: Croato. L'italiano è molto diffuso sulla costa in Istria, nel Quarnaro e in Dalmazia. Nelle principali città costiere dell'Istria vige il bilinguismo (italiano e croato). Nella capitale e nei centri turistici costieri è diffusa la conoscenza dell'inglese e, in parte, del tedesco.
Religione: Prevalentemente cristiana cattolica con minoranze di cristiani ortodossi e musulmani.
Moneta: Kuna (HRK) ; una kuna è divisa in cento lipe.
Prefisso dall'Italia: 00385
Prefisso per l'Italia: 0039
Dal II sec. a. C. al V sec. d. C. la Croazia fece parte prima dell'Impero romano, poi dell'Impero romano d'Occidente, ma le province romane di Dalmazia e Pannonia, unite in un unico Regno, sopravvissero fino al XII sec.
Devastata nel XII sec. dai tatari, al sopraggiungere del pericolo turco la Croazia settentrionale decise di chiedere la protezione degli Asburgo e sotto l'influenza austriaca il Paese rimase fino al 1918.
Le coste croate (Istria, Dalmazia) divennero invece dominio veneziano dal XV al XVII sec.: fu un periodo di grande sviluppo economico, amministrativo ed artistico che terminò con la caduta della Serenissima.
Nel 1918 nacque la Jugoslavia e cominciarono le dispute di frontiera poichè la Jugoslavia reclamava la Dalmazia, l'Istria e Trieste, ossia i territori assegnati all'Italia con il trattato di pace seguito alla fine della I Guerra Mondiale.
Dopo la II Guerra Mondiale (la sconfitta dell'Italia che le costò la perdita di quasi tutta l'Istria, Pola e altre città della costa meridionale della Dalmazia) e il governo degli ustascia (che attuarono una sistematica politica di terrore verso la minoranza serba), la Croazia venne governata, come le altre nazioni delle federazione iugoslava di cui entrò a far parte nel 1929, dal maresciallo Tito.
Più sviluppata economicamente rispetto agli altri stati jugoslavi, la Croazia chiese sempre maggiore autonomia ricevendone un netto rifiuto. Dopo la morte di Tito (1980) e la successiva repressione in Kosovo da parte della Serbia, crebbe il timore che lo stesso futuro potesse essere riservato anche alla Croazia.
Nel 1991 la Croazia proclamò la propria indipendenza mentre la minoranza serba della Krajina si dichiarò a sua volta indipendente dalla Croazia. I violenti scontri che ne seguirono furono repressi con sempre maggiore violenza dall'esercito serbo. Ne conseguì una terribile guerra civile che provocò la morte di decine di migliaia di persone e vaste distruzioni.
Dopo una modifica della Costituzione a garanzia e tutela delle minoranze etniche, la Croazia invase la Krajina che si era proclamata indipendente: 150.000 serbi fuggirono e si giunse ad un accordo solo nel 1995 (accordo di Dayton).
Il presidente Mesic, succeduto al nazionalista F. Tudjman (che aveva inaugurato una gestione personalistica e nepotistica delle finanze pubbliche) iniziò il compito non facile di migliorare le relazioni internazionali, cercare di risolvere il problema dei rifugiati, combattere la criminalità organizzata, migliorare l'economia riducendo il deficit tra import ed export e relativo debito pubblico.